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Capire la dichiarazione di redditi in Francia

  • Rodolphe Rous
  • 5 mar
  • Tempo di lettura: 19 min



Introduzione


La presente trattazione ha lo scopo di fornire un’analisi approfondita e strutturata del modello 2042, ossia la dichiarazione dei redditi che i residenti in Francia devono compilare per dichiarare i propri proventi annuali all’amministrazione fiscale francese. Il testo è stato redatto in lingua italiana, con uno stile formale e il più possibile esaustivo, per rispondere alle esigenze dei contribuenti italofoni che, vivendo in Francia, necessitano di riferimenti chiari e puntuali. L’obiettivo è illustrare sia gli aspetti generali sia le peculiarità più tecniche, con particolare attenzione agli allegati (redditi fondiari, conti bancari all’estero, attività commerciali e professionali, redditi agricoli, redditi di fonte estera) e alle modalità di calcolo del quoziente familiare.


Il documento ambisce a coprire l’equivalente di circa trenta pagine A4 in carattere Arial 10, garantendo uno sviluppo tematico completo e una lettura sistematica di tutte le sezioni pertinenti. Per mantenere un tono più sobrio, si rinuncerà il più possibile a espressioni umoristiche, puntando invece su un taglio giuridico-pratico. Al termine, il lettore dovrebbe disporre di una panoramica esaustiva delle regole fondamentali per la dichiarazione dei redditi in Francia, conformemente alla legislazione vigente.



Riferimenti normativi e finalità della dichiarazione


La base normativa che disciplina il sistema fiscale francese si trova principalmente all’interno del Code général des impôts (CGI). Al suo interno sono specificate le regole inerenti la residenza fiscale, i vari tipi di reddito imponibile, le deduzioni, gli oneri deducibili, i crediti d’imposta e le modalità di calcolo dell’imposta sul reddito.


Il modello 2042 rappresenta il fulcro della dichiarazione dei redditi: è qui che il contribuente compila, in linea generale, i dati relativi alla propria situazione personale e familiare, nonché il totale dei redditi percepiti nell’anno di riferimento. Attraverso il 2042, si rende nota all’amministrazione fiscale francese (Direction générale des Finances publiques) la base imponibile complessiva, così da determinare l’imposta dovuta secondo il meccanismo progressivo delle aliquote e l’eventuale applicazione del quoziente familiare.


Le dichiarazioni allegate (a volte chiamate aussi “annexe” oppure “formulaires complémentaires”) consentono di dettagliare in modo più specifico determinate tipologie di reddito. Ad esempio, i redditi fondiari sono oggetto del formulario 2044 (o 2044 spéciale), i conti all’estero del formulario 3916, i redditi derivanti da attività commerciali o professionali possono richiedere la compilazione del 2042-C PRO o di modelli come il 2031 per i regimi reali, e così via.

Lo scopo della dichiarazione è duplice:

  1. Dichiarare in modo trasparente tutti i redditi prodotti dal contribuente (sia in Francia che all’estero, laddove il contribuente sia fiscalmente residente in Francia).

  2. Applicare correttamente il calcolo dell’imposta sul reddito, considerando eventuali deduzioni, riduzioni, crediti d’imposta e il quoziente familiare.



Soggetti obbligati alla presentazione del modello 2042


La residenza fiscale è il criterio basilare per stabilire l’obbligo di dichiarazione in Francia. Secondo il Code général des impôts, un soggetto si considera fiscalmente residente in Francia se:

  • Ha il proprio domicilio o residenza principale in Francia,

  • Svolge la propria attività professionale principale in Francia,

  • Detiene in Francia il centro dei propri interessi economici e/o familiari.

Qualora ricorra almeno una di queste condizioni, il contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi in Francia, anche se parte dei redditi sono prodotti altrove. Per gli italofoni, questo scenario è frequente: molti mantengono proprietà o conti in Italia, percepiscono pensioni dall’INPS, oppure affitti di immobili situati nel territorio italiano. Tali redditi, in virtù del principio di tassazione su base mondiale (worldwide taxation principle), vanno comunque indicati nel modello francese, salvo accordi specifici previsti dalle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni (ad esempio, quella tra Italia e Francia).

È importante sottolineare che, in Francia, con l’introduzione del prélèvement à la source (PAS), la ritenuta alla fonte ha modificato il modo di pagare l’imposta sul reddito, ma non ha annullato l’obbligo di presentare la dichiarazione 2042, che rimane necessaria per la regolarizzazione e per la determinazione del saldo annuale (o dell’eventuale rimborso).

In alcuni casi, particolari soggetti possono essere esonerati, ma tali fattispecie sono molto limitate e riguardano, ad esempio, contribuenti il cui reddito è al di sotto di determinate soglie e che non presentano alcun reddito di natura estera, patrimoniale o professionale. Tuttavia, tale evenienza è relativamente rara, e nella maggior parte dei casi il residente fiscale in Francia è tenuto a depositare il modello 2042.



Struttura generale del modello 2042


Il formulario 2042 si compone di diverse parti, ciascuna dedicata a informazioni specifiche:

  1. Stato civile e composizione del nucleo familiare: in questa sezione si riportano nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo di residenza, eventuale unione civile (PACS) o matrimonio, presenza di figli a carico e relative informazioni.

  2. Redditi da lavoro dipendente e assimilati: spesso precompilati grazie ai dati trasmessi dal datore di lavoro all’amministrazione fiscale (dichiarazioni annuali dei redditi).

  3. Altri redditi: qui si dà spazio a redditi diversi da quelli di lavoro dipendente, per i quali può essere necessario rimandare ad allegati specifici (BIC, BNC, BA, ecc.).

  4. Oneri deducibili e spese ammesse a detrazione: ad esempio, contributi per piani pensionistici, spese per assistenza a domicilio, donazioni a enti riconosciuti, ecc.

  5. Calcolo dell’imposta: determinato secondo le aliquote progressive e il meccanismo del quoziente familiare.


Il modello 2042 prevede ulteriori quadri per situazioni particolari, quali investimenti immobiliari con agevolazioni fiscali (leggi “Pinel”, “Duflot”, “Scellier” o analoghe), regimi pensionistici specifici, detrazioni per spese ambientali, e così via. La complessità del documento dipende molto dal tipo e dal numero di redditi e spese che il contribuente deve dichiarare.



Il quoziente familiare


Un elemento cardine del sistema francese è il quoziente familiare, che consiste nel dividere il reddito imponibile per un determinato numero di “parti”, in base alla composizione del nucleo familiare, e successivamente applicare a ciascuna parte le aliquote progressive, per poi moltiplicare il risultato per il numero di parti totali.

Il numero di parti si calcola in questo modo orientativo (salvo casi particolari):

  • Persona sola (celibe/nubile): 1 parte.

  • Coppia coniugata o in PACS che dichiara congiuntamente: 2 parti.

  • Figli a carico: le prime due nascite attribuiscono 0,5 parti in più ciascuna; il terzo (e successivi) figlio a carico attribuisce 1 parte intera.


Il sistema del quoziente familiare è pensato per tenere conto delle situazioni familiari, alleggerendo il carico fiscale man mano che il nucleo si amplia. Tuttavia, il vantaggio derivante dall’aumento delle parti è soggetto a un tetto massimo (plafonnement du quotient familial). Pertanto, se il contribuente dovesse beneficiare di un eccessivo vantaggio fiscale, questo verrebbe limitato secondo la normativa in vigore.



Dichiarazione dei redditi da lavoro dipendente


In Francia, il datore di lavoro fornisce annualmente all’amministrazione fiscale un riepilogo dei salari e delle ritenute operate. Questa comunicazione permette all’autorità di precompilare parte del modello 2042. Il contribuente, accedendo al proprio spazio personale sul sito ufficiale (impots.gouv.fr), può trovare quindi i redditi da lavoro dipendente già inseriti nei relativi quadri.


Occorre comunque verificare l’esattezza dei dati e, se necessario, apportare correzioni. Nel caso di più datori di lavoro o di contratti brevi (interim, contratti a tempo determinato), è opportuno controllare con cura che i redditi siano stati sommati correttamente. Qualora il contribuente percepisca indennità di disoccupazione (chômage), congedi parentali o altre prestazioni assimilate, queste ultime rientrano generalmente tra i redditi da lavoro dipendente o assimilati, con le dovute specifiche.


Il contribuente può anche detrarre alcune spese professionali, se rilevanti e se superiori alla deduzione forfettaria già prevista d’ufficio. Ad esempio, spese di trasporto per recarsi al lavoro, spese di alloggio temporaneo, acquisto di materiale professionale specifico, e così via. Tuttavia, è indispensabile conservare la documentazione giustificativa per poterla esibire in caso di eventuale controllo fiscale (contrôle).



Redditi fondiari (annessi 2044 e 2044 spéciale)


I redditi derivanti dalla locazione di immobili non ammobiliati (location nue) rientrano nella categoria dei redditi fondiari. Tali redditi devono essere dichiarati mediante:

  • Modello 2044: usato in via ordinaria per affitti di immobili non ammobiliati, dove si indicano i canoni percepiti, le spese deducibili (manutenzione, riparazione, interessi passivi dei mutui, tassa fondiaria e simili).

  • Modello 2044 spéciale: adottato in presenza di regimi particolari di defiscalizzazione (ad esempio, se si è usufruito delle leggi “Scellier”, “Duflot”, “Pinel”, “Denormandie” o altri dispositivi similari).


Nel modello 2044, si procede a calcolare il risultato fondiario complessivo (utile o perdita) sommando i vari immobili e le relative spese deducibili. Il risultato, positivo o negativo, va poi trasferito sul 2042 nel quadro dedicato (talvolta denominato “4BA”, “4BB” o simili, a seconda delle versioni).


In caso di perdita fondiaria (deficit foncier), la normativa stabilisce se e in che misura la perdita possa essere portata in deduzione dai redditi globali o se debba essere riportata a nuovo sugli anni successivi. Le regole, piuttosto articolate, prevedono un limite di deducibilità annua dalle altre categorie di redditi (di solito 10.700 euro), con l’eventuale eccedenza riportabile negli anni futuri.



Conti bancari all’estero (dichiarazione 3916)


Un capitolo particolarmente importante riguarda i conti bancari detenuti fuori dalla Francia. Secondo la legislazione francese, chiunque sia fiscalmente residente in Francia deve dichiarare l’esistenza di conti correnti, libretti di risparmio, conti titoli, contratti assicurativi e, in generale, qualsiasi relazione bancaria o finanziaria detenuta in un Paese estero.

La dichiarazione si effettua tramite il modulo 3916 (o 3916-bis se si tratta di particolari strumenti come cripto-attività o conti di moneta elettronica), indicando i seguenti elementi:

  • Dati identificativi dell’istituto di credito o dell’intermediario finanziario estero.

  • Numero e natura del conto.

  • Paese in cui è situato.

  • Data di apertura e, se del caso, data di eventuale chiusura.


È fondamentale comprendere che la 3916 non comporta di per sé l’applicazione di un’imposta sulla somma detenuta. Tale comunicazione è un obbligo informativo: l’omessa dichiarazione di un conto estero può determinare sanzioni rilevanti. In caso di interessi, dividendi o plusvalenze generati dal conto, tali proventi devono essere comunque inseriti nei quadri appropriati del 2042 o dei modelli complementari (ad esempio, 2047 per i redditi esteri).



Redditi d’attività: BIC, BNC e regimi affini


Oltre al lavoro dipendente, esistono diverse categorie di redditi professionali che richiedono la compilazione di quadri supplementari:

  1. BIC (Bénéfices industriels et commerciaux): riguardano attività commerciali, industriali o artigianali, ivi incluse quelle di locazione di immobili ammobiliati (location meublée). Nel caso di microimprese, si può rientrare nel regime “micro-BIC” se il fatturato annuo non supera determinate soglie (ad esempio, circa 72.600 euro per servizi e 176.200 euro per attività di vendita di beni, ma le cifre possono variare nel tempo). In tal caso, si applica un abbattimento forfettario sulle entrate, e la dichiarazione si effettua di solito nel 2042-C PRO. Se, invece, si superano le soglie o si opta per il regime “réel”, occorre presentare una contabilità analitica (modello 2031 e allegati) e poi riportare il risultato nel 2042.

  2. BNC (Bénéfices non commerciaux): si tratta di redditi derivanti da professioni liberali o assimilabili, come consulenti, traduttori freelance, professionisti senza una struttura commerciale. Anche qui esiste un regime “micro-BNC” se i compensi non superano una certa soglia (spesso intorno ai 72.600 euro), con un abbattimento del 34%. In caso di superamento o di opzione per il “régime déclaratif spécial”, la contabilità diviene più articolata, e si usano i modelli specifici (2042-C PRO oppure 2035 in regime reale).

  3. BA (Bénéfices agricoles): riguardano i redditi da attività agricole. All’interno di questa categoria può rientrare, ad esempio, la coltivazione di terreni, l’allevamento, la produzione di vino o di altri prodotti agricoli. Anche in questo caso, il sistema si articola in “micro-BA” e regime reale, a seconda del volume d’affari.


In presenza di tali redditi, la dichiarazione 2042 rappresenta il punto di arrivo, laddove si riportano i totali finali derivanti dalle dichiarazioni specifiche. È fondamentale distinguere correttamente la natura del reddito (BIC, BNC, BA) per evitare errori e rettifiche.



La questione degli affitti ammobiliati


Merita un paragrafo dedicato il tema degli affitti di immobili ammobiliati (location meublée), perché spesso genera confusione. In Francia, la locazione di un immobile arredato non rientra tra i redditi fondiari (fonciers), bensì tra i BIC, poiché si considera un’attività di tipo commerciale o para-alberghiero.


Nel caso di affitti ammobiliati con ricavi limitati, si può rientrare nel cosiddetto regime “micro-BIC” (con un abbattimento forfettario per spese, di solito 50% per la location meublée classica, che sale al 71% per affitti di camere d’hôtes o meublé de tourisme classificato), dichiarandoli sul 2042-C PRO. Se, invece, i ricavi superano la soglia annua oppure il contribuente sceglie volontariamente il regime reale, occorre una contabilità più complessa (registrazione dei canoni, delle spese effettive, degli ammortamenti) e la compilazione del modello 2031, con il successivo riportato nel 2042.


Inoltre, esiste una distinzione tra LMNP (Loueur en meublé non professionnel) e LMP (Loueur en meublé professionnel), definita da criteri di fatturato e di iscrizione al Registro. Tale differenziazione comporta implicazioni fiscali e contributive diverse (ad esempio, in merito ai contributi sociali e all’assoggettamento alle plusvalenze professionali anziché private).



Redditi agricoli


I redditi derivanti da attività agricole (produzione, allevamento, viticoltura, silvicoltura) rientrano nella categoria BA. Se l’ammontare del giro d’affari è al di sotto di una soglia fissata annualmente (cosiddetto regime “micro-BA”), il contribuente applica un abbattimento forfettario definito dalla normativa e indica il risultato finale nel 2042 o, più precisamente, in un quadro aggiuntivo (2042-C PRO o simile).


Se l’attività supera determinate soglie di volume d’affari o se il contribuente preferisce il regime reale per dedurre i costi effettivi, dovrà tenere una contabilità più strutturata (libro giornale, registro delle spese, ammortamenti, ecc.) e trasmettere i risultati mediante dichiarazioni specifiche, spesso i modelli 2139, 2140 o 2143, a seconda della situazione. Il risultato definitivo (utile o perdita) confluisce poi nella dichiarazione generale, incidendo sul reddito complessivo imponibile.



Redditi di fonte estera


I residenti in Francia che percepiscono redditi dall’estero (pensioni italiane, affitti di immobili in Italia, dividendi, interessi o redditi di lavoro dipendente svolto presso un datore di lavoro straniero) devono dichiarare tali somme all’amministrazione fiscale francese.


La regola generale prevede che il residente fiscale in Francia debba dichiarare i redditi ovunque prodotti (principio di tassazione mondiale). Tuttavia, per evitare la doppia imposizione, si applicano le convenzioni bilaterali. Quella tra Italia e Francia, ad esempio, stabilisce i criteri per cui certe tipologie di reddito (come pensioni di natura pubblica, redditi fondiari, ecc.) possono essere tassate esclusivamente nello Stato in cui è situato l’immobile o in cui è corrisposta la pensione. In tali casi, il reddito va comunque indicato nella dichiarazione francese, ma si potrebbe beneficiare di un credito d’imposta o di un’esenzione parziale (méthode de l’exonération con “réserve de progressivité” o méthode du crédit d’impôt).


Il formulario usualmente impiegato per indicare i redditi esteri è il 2047 (Déclaration des revenus encaissés à l’étranger). Al suo interno si dettagliano i redditi percepiti in valuta estera, convertendoli in euro secondo un tasso di cambio medio o specifico (a seconda delle istruzioni ufficiali), e si calcola eventualmente l’imposta già versata all’estero. Il risultato finale confluisce poi nel modello 2042.



Precisazioni sulla convenzione Italia-Francia


La convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Francia stabilisce, tra l’altro, i criteri per:

  • Tassazione dei redditi immobiliari: solitamente tassati nel Paese in cui è situato l’immobile.

  • Tassazione delle pensioni: distinte tra pensioni pubbliche (ex dipendenti dello Stato) e private. Le prime sono di solito imponibili esclusivamente nello Stato che le eroga, le seconde possono essere imponibili nello Stato di residenza.

  • Metodi per eliminare o attenuare la doppia imposizione: Francia e Italia utilizzano spesso il credito d’imposta o l’esenzione con riserva di progressività.


È essenziale, per un contribuente italofono, comprendere bene questi aspetti, poiché errori di dichiarazione possono comportare rettifiche, sanzioni o, al contrario, la perdita di eventuali benefici fiscali.



Deduzioni, detrazioni, riduzioni d’imposta e crediti


Nel modello 2042, il contribuente può indicare varie tipologie di spese e oneri che riducono l’imposta o la base imponibile. Si distinguono:

  • Oneri deducibili dalla base imponibile: ad esempio, contributi a piani pensionistici individuali (PER, ex PERP), spese per il riscatto di anni di studio ai fini pensionistici, assegni alimentari in certi casi, ecc.

  • Riduzioni o crediti d’imposta: somme che riducono direttamente l’imposta dovuta. Possono riguardare donazioni a enti di pubblica utilità (associazioni riconosciute dallo Stato), spese per l’assunzione di personale domestico (colf, baby-sitter, assistenza ad anziani o disabili), spese per l’efficientamento energetico dell’abitazione principale (a certe condizioni), e investimenti in determinati dispositivi di incentivo (dispositivi immobiliari come Pinel, Denormandie, o investimenti in ristrutturazione di monumenti storici).


La differenza tra detrazione e credito d’imposta è significativa:

  • Una detrazione riduce l’imponibile prima dell’applicazione dell’aliquota.

  • Un credito d’imposta riduce direttamente l’imposta calcolata. Se il credito è superiore all’imposta, il contribuente può a volte ottenere un rimborso.


Per giustificare questi benefici fiscali, occorre conservare la documentazione (ricevute, contratti, attestazioni di pagamento) per un periodo minimo di tre anni, prorogabile in caso di controlli più approfonditi.



Il prélèvement à la source (PAS)


Dal 1° gennaio 2019, la Francia ha introdotto il prelievo alla fonte dell’imposta sul reddito (prélèvement à la source, PAS). In sostanza, per i redditi da lavoro dipendente, pensioni e talune forme di reddito assimilato, l’imposta viene prelevata mensilmente o periodicamente direttamente dal pagatore (datore di lavoro, ente pensionistico).


Questo sistema rende la tassazione più immediata, ma non elimina l’obbligo di compilare il modello 2042. Infatti, la dichiarazione annuale permette all’amministrazione di effettuare un ricalcolo basato sul reddito complessivo effettivamente percepito, sulle eventuali detrazioni o crediti d’imposta, e sugli altri redditi (fondiari, BIC, BNC, BA, ecc.). A seguito della dichiarazione, emerge un conguaglio (positivo o negativo). Se il contribuente ha versato più del dovuto tramite PAS, riceve un rimborso estivo; se ha versato meno, paga la differenza in uno o più addebiti.


Il tasso di prelievo alla fonte viene aggiornato ogni anno sulla base della dichiarazione e può essere adattato se la situazione del contribuente cambia in modo sostanziale (variazioni di reddito, nascita di figli, matrimonio, ecc.).



Modalità di presentazione e scadenze


La presentazione della dichiarazione 2042 avviene principalmente per via telematica, tramite il sito ufficiale (impots.gouv.fr) o l’applicazione mobile messa a disposizione dalla Direction générale des Finances publiques. La dichiarazione cartacea rimane possibile in casi eccezionali (persone senza accesso a internet, soggetti anziani con difficoltà comprovate, o residenti in zone non coperte da rete).


Le scadenze variano di anno in anno e a seconda del dipartimento di residenza del contribuente (sezione amministrativa in cui è diviso il territorio francese). Generalmente, la finestra temporale per dichiarare si colloca tra aprile e giugno, con date differenziate per la dichiarazione online e per quella cartacea.


Il mancato rispetto delle scadenze può comportare penalità, in forma di maggiorazioni percentuali sull’imposta o di interessi di mora. È dunque fondamentale verificare con attenzione la data limite stabilita per il proprio dipartimento e rispettarla.



Errori comuni e sanzioni


Tra gli errori di compilazione più frequenti si segnalano:

  1. Omissione di redditi esteri: il contribuente pensa che, essendo già tassati in Italia, non vadano dichiarati in Francia. In realtà, vanno comunque indicati, anche se poi la convenzione potrebbe evitare la doppia imposizione.

  2. Errata qualificazione dei redditi immobiliari: affitto di un immobile ammobiliato considerato come reddito fondiario invece di BIC.

  3. Mancata dichiarazione di conti esteri: la 3916 non viene compilata, esponendo il contribuente a sanzioni.

  4. Dimenticanza o calcolo scorretto del quoziente familiare: errata attribuzione delle parti in caso di figli a carico o situazioni familiari particolari (divorzio, affidamento condiviso).

  5. Errato inserimento di spese deducibili: inserimento di spese che non hanno i requisiti previsti o senza avere la documentazione necessaria.


Le sanzioni per dichiarazioni incomplete o omesse possono includere:

  • Maggiorazioni dell’imposta dal 10% in su, in caso di ritardo o omissione.

  • Interessi di mora (0,20% al mese) per somme non versate entro il termine.

  • In caso di evasione o frode comprovata, la sanzione può essere molto più elevata (fino all’80%).

  • Per la mancata dichiarazione di conti bancari all’estero, sanzioni forfettarie che possono raggiungere cifre di varie migliaia di euro per conto non dichiarato.



Rettifiche e contenzioso


Dopo l’inoltro della dichiarazione, se il contribuente si rende conto di aver commesso un errore, può correggerlo entro un certo periodo (fase di “droit à l’erreur” e di rettifiche online, solitamente attivo fino all’apertura del servizio di correzione telematica). Se l’errore si scopre dopo, è possibile presentare una domanda di rettifica formale (réclamation) entro i termini di decadenza previsti dal Code général des impôts (in genere, il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di imposizione).

Qualora l’amministrazione fiscale contesti la dichiarazione, può inviare un avviso di rettifica. Il contribuente ha la possibilità di rispondere, fornire documenti giustificativi e, in caso di disaccordo persistente, ricorrere alle vie gerarchiche (divisione dei ricorsi) o giudiziarie (giudice amministrativo). Questo contenzioso può essere tecnico e richiedere l’assistenza di un consulente fiscale o di un avvocato specializzato.



Documentazione da conservare


La legislazione francese impone di conservare i documenti giustificativi per un periodo di almeno tre anni dopo l’anno di imposizione (salvo casi particolari che estendono il termine a quattro o dieci anni, ad esempio in materia di plusvalenze immobiliari o di redditi esteri). È consigliabile, in ogni caso, mantenere la documentazione per un periodo più ampio (cinque anni o più) per prudenza.

Tra i documenti da conservare si segnalano:

  • Buste paga, certificati di stipendio o attestazioni di disoccupazione/pensione.

  • Contratti di affitto, ricevute di canone, fatture di manutenzione.

  • Estratti conto bancari, attestazioni di interessi o dividendi.

  • Ricevute di donazioni, contratti di prestazioni di servizi a domicilio.

  • Dichiarazioni di conti all’estero e documentazione della banca estera.

  • Giustificativi di oneri deducibili e fatture relative a detrazioni e crediti d’imposta.



Aspetti pratici per gli italofoni in Francia


Gli italofoni che si trasferiscono in Francia spesso si trovano a dover comprendere rapidamente una serie di adempimenti fiscali. Il consiglio generale è:

  1. Verificare tempestivamente la residenza fiscale: se si trascorre più di 183 giorni l’anno in Francia, se la propria famiglia risiede qui o se l’attività professionale principale è sul territorio francese, è probabile che si sia considerati residenti fiscali in Francia.

  2. Individuare tutte le fonti di reddito: in Italia (pensioni, affitti, partecipazioni societarie), in Francia (lavoro dipendente, micro-impresa), e altrove.

  3. Applicare correttamente la convenzione contro le doppie imposizioni: consultare la convenzione Italia-Francia, disponibile sui siti istituzionali, per capire quali redditi siano imponibili in Italia, quali in Francia, o in entrambi gli Stati con credito d’imposta.

  4. Dichiarare l’esistenza di conti bancari italiani: anche il semplice conto corrente in Italia va menzionato tramite 3916, pena sanzioni.

  5. Tenere traccia di ogni cambiamento di status familiare o lavorativo: matrimonio, PACS, nascita di figli, passaggio alla pensione, cambio di regime da micro a reale.


Se la situazione è complessa, è consigliabile rivolgersi a un consulente fiscale specializzato o a un esperto contabile abilitato in Francia. Esistono anche patronati italiani e associazioni di supporto che, talvolta, offrono consulenze a costi contenuti o gratuitamente.



Calcolo dell’imposta e scaglioni progressivi


In Francia, l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPP) segue un modello a scaglioni. Il reddito imponibile – calcolato dopo le eventuali deduzioni e suddiviso per il numero di parti del quoziente familiare – è sottoposto a una serie di aliquote crescenti. Queste aliquote vengono ricalibrate periodicamente in base all’inflazione e alle decisioni legislative.


A titolo puramente indicativo (poiché le cifre cambiano), si può avere una progressione con aliquote che partono da 0% su una fascia bassa di reddito, passando poi a 11%, 30%, 41%, fino a 45% sulle fasce più alte. Dopo aver applicato l’aliquota a ciascun livello di reddito, si moltiplica il risultato per il numero di parti, tenendo conto dell’eventuale plafonnement du quotient familial.



Spese e crediti legati all’abitazione


Tra gli aspetti di maggiore interesse, alcuni contribuenti possono usufruire di vantaggi fiscali per spese sostenute sulla propria abitazione principale. Ci si riferisce, ad esempio, a:

  • Spese di ristrutturazione energetica (coibentazione, sostituzione infissi, installazione di caldaie a risparmio energetico, pannelli solari). Spesso si parla di dispositivi come “Crédit d’Impôt pour la Transition Énergétique” (CITE), sostituito o affiancato nel tempo da nuovi strumenti (ad es. MaPrimeRénov’).

  • Interessi su mutuo prima casa: in passato c’erano regimi di deducibilità o di credito d’imposta, modificati nel corso degli anni. Attualmente è necessario verificare se la normativa specifica concede ancora vantaggi in tal senso o se ne esistono di nuovi.


Tali spese, se rientrano tra quelle previste dalle norme vigenti, vanno indicate nelle caselle appropriate del 2042 o nelle dichiarazioni aggiuntive dedicate.



Misure di sostegno alle famiglie


Il sistema francese prevede poi numerosi strumenti di sostegno alle famiglie, alcuni dei quali con rilevanza fiscale:

  • Crediti d’imposta per l’impiego di collaboratori domestici (sostegno a persone non autosufficienti, baby-sitter, ripetizioni scolastiche a domicilio, ecc.).

  • Riduzioni d’imposta per asili nido o centri estivi (a condizione di rispettare determinati requisiti e limiti).

  • Prestazioni familiari (CAF – Caisse d’Allocations Familiales), che non sempre impattano direttamente sulla dichiarazione 2042, ma contribuiscono al reddito disponibile del nucleo.


Benché la maggior parte di tali aiuti sia gestita in ambito di previdenza sociale, talvolta parte di queste somme è soggetta a dichiarazione; occorre dunque leggere le istruzioni ufficiali e prestare attenzione alle note ministeriali pubblicate di anno in anno.



Invio della dichiarazione, ricevuta e avviso d’imposta


Al termine della procedura di compilazione telematica, si consiglia di scaricare e conservare la prova d’invio (accusé de réception) e il documento riepilogativo che il sito delle impôts genera. Questo consente di avere un’evidenza dei dati dichiarati e della data di trasmissione.


Successivamente, l’amministrazione fiscale elabora i dati e, generalmente verso la fine dell’estate, rende disponibile l’“avis d’imposition”. Tale avviso indica l’importo definitivo dell’imposta, lo scaglione di reddito in cui ci si è collocati, l’aliquota media o marginale di tassazione e l’eventuale somma da pagare o da ricevere (nel caso di rimborso).


Se l’ammontare del prélèvement à la source versato durante l’anno eccede quanto dovuto, il contribuente riceverà l’accredito del rimborso sul proprio conto bancario. Se, invece, l’imposta effettiva supera quanto già prelevato, si dovrà versare la differenza in una o più rate, a seconda dell’importo.



La fase di correzione della dichiarazione


Nel caso in cui, dopo l’invio, il contribuente si accorga di aver omesso dei redditi o di aver sbagliato a indicare spese deducibili, è possibile effettuare una correzione. Se si è dichiarato online, il servizio di correzione telematica viene generalmente riaperto dopo la scadenza di giugno, per un periodo determinato (qualche mese).


Nel corso di questa finestra temporale, si può rientrare nel proprio spazio personale e apportare le modifiche. Se, invece, il periodo di correzione è concluso o se si è inviato il modello cartaceo, occorrerà procedere con una rettifica formale, presentando un’istanza scritta (réclamation) e allegando i documenti giustificativi, entro i termini legali.



Approfondimenti sul controllo fiscale


Il controllo fiscale (contrôle fiscal) in Francia può assumere diverse forme:

  • Contrôle sur pièces: un funzionario verifica la coerenza della dichiarazione e, se trova incongruenze, invia al contribuente una richiesta di chiarimenti o di documenti.

  • Contrôle sur place (o vérification de comptabilité, per le imprese): un ispettore si reca presso il contribuente o il suo commercialista e analizza i registri contabili, i documenti giustificativi, ecc.


Il contribuente ha diritti e doveri in questa procedura. Deve collaborare fornendo i documenti richiesti, ma può anche chiedere spiegazioni o controdedurre. In caso di contestazione, l’amministrazione fiscale emette una proposta di rettifica alla quale il contribuente può replicare entro 30 giorni (prorogabili in certe situazioni).



Chiusura del periodo d’imposta e prescrizione


Il diritto di controllo dell’amministrazione fiscale si estende, di norma, fino al termine del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Per esempio, la dichiarazione 2023 (relativa ai redditi 2022) può essere controllata fino al 31 dicembre 2025 o 2026, a seconda delle regole di prescrizione. Esistono però casi di proroga (per esempio in caso di attività occulte o di frode fiscale), che estendono il termine a 6 o 10 anni.


Allo scadere dei termini di prescrizione, il contribuente non può più essere perseguito per eventuali errori relativi a quel periodo fiscale, ma ciò non lo esonera da potenziali azioni penali in caso di reati fiscali più gravi e accertati (ipotesi particolari).



Esempio di calcolo semplificato


A scopo esemplificativo (e con numeri puramente indicativi), si consideri un contribuente single con un reddito complessivo imponibile di 40.000 euro:

  • Numero di parti: 1.

  • Reddito imponibile per parte: 40.000 euro.

  • Applicazione delle aliquote progressive (ipotetiche): 0% fino a 10.000 euro, 11% da 10.000 a 25.000, 30% da 25.000 a 40.000.

  • Imposta calcolata:

    • 0% su primi 10.000 = 0

    • 11% su 15.000 (25.000 - 10.000) = 1.650

    • 30% su 15.000 (40.000 - 25.000) = 4.500

    • Totale: 6.150 euro.

  • L’imposta finale per il contribuente sarebbe 6.150 euro, a cui potrebbero aggiungersi prelievi sociali o riduzioni/crediti d’imposta.


Nel caso di una coppia coniugata, il reddito sarebbe suddiviso in 2 parti e così via, secondo il meccanismo descritto.



Consulenza professionale


Data la complessità della materia, è spesso consigliabile rivolgersi a un esperto (avvocato specializzato in diritto fiscale, esperto contabile, o centre de gestion agréé) qualora la situazione presenti molteplici fonti di reddito, redditi esteri, regimi speciali di defiscalizzazione immobiliare o patrimoniale. L’assistenza di un professionista può prevenire errori e aiutare ad applicare correttamente le norme sulle deduzioni e i crediti d’imposta.


Esistono inoltre organizzazioni e associazioni (anche italiane operanti in Francia, come alcuni patronati) che forniscono un primo orientamento ai contribuenti italofoni, indicando almeno le linee guida per compilare correttamente i modelli e orientarsi tra le diverse scadenze.



Conclusioni


La dichiarazione dei redditi 2042 in Francia rappresenta un adempimento di fondamentale importanza per tutti i residenti fiscali, inclusi coloro che provengono da altri Paesi e, in particolare, gli italofoni residenti sul territorio francese. Il sistema di tassazione francese, basato sul quoziente familiare e su un insieme articolato di regimi speciali, prevede un livello di complessità che richiede attenzione e precisione.


Oltre alla dichiarazione principale, occorre valutare la necessità di compilare e allegare form di dettaglio (2044 per i redditi fondiari, 3916 per i conti bancari esteri, 2047 per i redditi di fonte estera, 2042-C PRO per i regimi micro-BIC o micro-BNC, e altre dichiarazioni specifiche per il regime reale). La corretta distinzione tra redditi fondiari, redditi commerciali o professionali, e l’esatta applicazione delle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni, sono aspetti chiave per evitare sanzioni.


La digitalizzazione ha semplificato alcuni passaggi, consentendo la compilazione online e offrendo, in molti casi, un precompilato da verificare. Resta comunque indispensabile la conoscenza dei principi di base, soprattutto per i redditi non standard (affitti ammobiliati, attività agricole, pensioni estere, plusvalenze, dividendi stranieri).

Infine, la necessità di conservare la documentazione, di rispettare i tempi di prescrizione e di vigilare sulle eventuali rettifiche da parte dell’amministrazione richiede un approccio organizzato. Chi preferisce evitare rischi può consultare, in ogni fase, un consulente specializzato.


Pur con le sue complessità, il sistema francese offre anche diverse forme di sostegno (detrazioni, crediti d’imposta, riduzioni per investimenti e spese familiari) che, se correttamente sfruttate, consentono di ridurre l’onere fiscale. Una dichiarazione completa e veritiera rappresenta, in definitiva, il modo più sicuro per adempiere ai propri obblighi, garantendo tranquillità e trasparenza nei confronti dell’amministrazione fiscale francese.


Per maggiori informazioni: https://www.rous-avocat.fr/contact

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