La Francia è una destinazione attraente per gli investimenti internazionali, e molti italiani con residenza fiscale all’estero scelgono di investire in immobili o altre attività economiche nel Paese. Tuttavia, il regime fiscale francese per i non residenti può presentare alcune sfide, ed è essenziale comprendere le implicazioni legali e fiscali per gestire correttamente questi investimenti. In questo articolo, analizzeremo il quadro fiscale applicabile ai non residenti in Francia e come il nostro studio legale può supportare gli investitori italiani nel gestire al meglio le loro posizioni.
1. La residenza fiscale in Francia: criteri e conseguenze
Secondo l’articolo 4 B del Code général des impôts (CGI), una persona è considerata fiscalmente residente in Francia se:
Ha il proprio domicilio fiscale in Francia (centro degli interessi economici e familiari);
Svolge un'attività professionale principale in Francia;
Risiede in Francia per almeno 183 giorni all’anno.
Coloro che non rientrano in questi criteri sono considerati non residenti e quindi tassabili solo sui redditi di fonte francese. Il nostro studio legale assiste i clienti nel determinare la loro residenza fiscale per evitare ogni ambiguità e rispettare le normative francesi ed europee.
2. Imposte sui redditi di fonte francese per i non residenti
Per i non residenti, la tassazione si applica solo ai redditi di fonte francese, con particolare attenzione ai seguenti elementi:
Redditi immobiliari: I redditi derivanti dalla locazione di immobili situati in Francia sono soggetti all’imposta sul reddito in Francia, anche se il contribuente risiede all’estero. L’aliquota minima per i non residenti è del 20%, come previsto dall’articolo 197 A del CGI.
Plusvalenze immobiliari: In caso di vendita di un immobile in Francia, il contribuente non residente è soggetto all’imposta sulla plusvalenza, la cui aliquota standard è del 19% (articolo 244 bis A del CGI), a cui si aggiungono contributi sociali del 7,5%.
Redditi da investimenti finanziari: In alcuni casi, i dividendi e gli interessi percepiti in Francia possono essere soggetti a una ritenuta alla fonte del 12,8% per gli interessi e del 30% per i dividendi. Tuttavia, l’applicazione della Convenzione fiscale tra Italia e Francia (Convenzione del 5 ottobre 1989) può ridurre o eliminare questa imposizione.
3. Contributi sociali sui redditi immobiliari dei non residenti
In seguito a diverse riforme, anche i non residenti devono contribuire al sistema sociale francese sui redditi immobiliari. Tuttavia, grazie alla sentenza De Ruyter (CGUE, 26 febbraio 2015) e alle riforme successive, i residenti dell’UE, come gli italiani, sono ora soggetti a contributi sociali ridotti del 7,5% anziché del 17,2% (articolo 29 della legge di finanziaria del 2019).
4. Convenzione fiscale tra Italia e Francia: evitare la doppia imposizione
La Convenzione fiscale bilaterale tra Francia e Italia è essenziale per evitare la doppia imposizione. Questa convenzione stabilisce le regole per determinare la residenza fiscale e assicura che gli investitori italiani non siano tassati due volte sugli stessi redditi. In particolare:
Articolo 6: I redditi immobiliari sono imponibili nel Paese in cui si trova l’immobile.
Articolo 13: Le plusvalenze immobiliari sono imponibili nel Paese in cui si trova l’immobile.
Articolo 10: I dividendi possono essere tassati sia in Francia sia in Italia, ma l’imposta prelevata in Francia può essere dedotta dall’imposta italiana.
5. Regime speciale degli impatriati
Il regime fiscale speciale per gli impatriati, disciplinato dall’articolo 155 B del CGI, offre vantaggi per chi diventa residente fiscale in Francia dopo aver vissuto all’estero. Questo regime consente l’esenzione per alcuni redditi, compresi i bonus legati all’attività estera, e si applica per otto anni. Gli investitori italiani che intendono trasferirsi in Francia possono così beneficiare di una riduzione significativa della pressione fiscale.
6. Come il nostro studio legale può supportare i non residenti in Francia
Il nostro studio, specializzato in diritto fiscale internazionale, offre assistenza su misura ai clienti italiani per:
Determinare la residenza fiscale: Forniamo consulenza per evitare situazioni di doppia residenza e per definire con precisione lo status fiscale.
Ottimizzare la tassazione immobiliare: Aiutiamo i non residenti a gestire al meglio le imposte sui redditi immobiliari e a beneficiare delle convenzioni fiscali.
Gestire i redditi da investimenti: Offriamo consulenza su come applicare correttamente la convenzione fiscale Italia-Francia per ridurre la tassazione sui dividendi e sugli interessi.
Conclusione
Investire in Francia come non residente può offrire opportunità interessanti, ma richiede una gestione accurata delle implicazioni fiscali e legali. Grazie alla nostra conoscenza approfondita del sistema fiscale francese e delle convenzioni internazionali, siamo in grado di assistere gli investitori italiani nell'ottimizzazione fiscale e nella conformità alle normative locali. Per ulteriori informazioni o per una consulenza personalizzata, non esitate a contattarci.
Comments